Per gli appassionati di dressage, per i cavalieri consapevoli che non vi è incompatibilità tra equitazione sportiva ed equitazione sapiente, rappresenta un po' "la bibbia".
Il suo autore, Etienne Beudant (1863-1949) appartiene alla leggenda dorata dell'equitazione francese.
Dotato discepolo dell'illustre generale Faverot de Kerbrech (egli stesso allievo di Baucher), Beudant ha suscitato l'ammirazione dei suoi contemporanei.
Il generale Decarpentry lo definì "il cavallerizzo mirabolante". Altri lo definirono "il Mozart dell'equitazione".
Beudant è autore di numerosi trattati, ma è in "Esterno e Alta Scuola" che meglio esprime la sua dottrina: la formazione del cavallo deve raggiungere il suo utilizzo ottimale, come chiaramente indicato nel titolo, sia sui vari terreni che nel maneggio, sia sugli ostacoli che in piano.
Pubblicato nel 1923, ora riservato ai collezionisti, in questo volume è presente la "ristampa", vale a dire la riproduzione identica.
Ma anche la versione rimaneggiata - e inedita - che Beudant, prevedeva di pubblicare nel 1948, poco prima della sua morte.
Si tratta di un evento, come sarebbe la scoperta di uno spartito inedito - riprendendo il paragone - di Mozart.
La giustapposizione, il confronto di queste due versioni (presentata e commentata da Patrice Franchet d'Esperey, écuyer del Cadre Noir di Saumur) è affascinante: permette di misurare, di visualizzare l'evoluzione del pensiero, a 25 anni di distanza ( e una quarantina di cavalli addestrati in seguito) di uno dei più grandi "maestri dell'equitazione" del ventesimo secolo.